Il significato della preghiera nella coscienza di unità

La visione, anche solo per un istante, dei fatti della vita dal punto di vista soggettivo, o di Dio, fa sprofondare nell'insignificanza ogni aspirazione materiale, ogni preoccupazione, la nostra roboante saggezza e il nostro orgoglio e ci rendiamo conto che ″la saggezza degli uomini è ignoranza presso Dio″. Ogni altro obiettivo della vita scompare, restando solo quello di aumentare sempre più la propria coscienza di unità con il Padre, e, in ogni momento, pregheremo l'autentica preghiera del ricongiungimento nel riconoscimento che quell'Unico−Bene (All−Good) è la sola cosa reale nell'universo. 
Quando arriviamo al pieno riconoscimento dell'unità al posto della dualità, allora ci renderemo conto che la preghiera non è che il soliloquio di un'anima consapevole e giubilante, e smetteremo per sempre di utilizzare la preghiera come strumento per raggiungere bassi scopi personali.


H. Emilie Cady (medico omeopata ed esponente del New Thought) da Miscellaneous writings, 1916, trad. E.V.

1 commento:

  1. Emilie Cady, uno degli autori più influenti del New Thought e membro della Unity Church, con i suoi illuminanti scritti prende per mano gli interlocutori al livello di consapevolezza in cui si trovano e li conduce, con molto tatto e senza strappi e prepotenze, verso un nuovo territorio, quello della non−dualità. Ciò significa innanzitutto, anche per lei come per i molti altri che si sono cimentati in questo arduo compito, ricostruire l'unità fra Dio e l'uomo. Non c'è bisogno di operare a tal fine una esplicita sostituzione di Dio con un più generico Uno o Assoluto, sostituzione peraltro solo formale e che crerebbe molte resistenze nelle menti già condizionate e abituate all'ente metafisico della religione di appartenenza. Tuttavia, sembra che la Cady, dopo aver gettato il ponte verso la nuova consapevolezza, si sia fermata a metà dell'attraversamento. Raggiunta la sponda della non−dualità, infatti scompaiono anche gli ″obiettivi personali″ da lei citati, non perché abbandonati a favore di altri più universali, ma perché viene meno l'esistenza di quel ″personale″che li potrebbe esprimere. Ogni obiettivo, espresso in qualunque forma e a qualunque livello, infatti, non può che essere l'obiettivo dell'unico ente esistente, sia esso chiamato Dio, o Uno o Assoluto o con qualunque altro nome.

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