L'impermanenza di tutte le forme

Eraclito chiamava Logos la fondamentale unità del tutto, che contiene e trascende ogni coppia di forze fra di loro opposte. La divisione di tale unità è iniziata con la scuola Eleatica, che ha posto un Principio Divino al di sopra di tutte le divinità e gli esseri umani. Tale Principio è stato inizialmente identificato con la sostanziale e impersonale unitarietà dell'universo, per poi diventare un Dio intelligente e personificato che tutto controlla e influenza. Da ciò è nato quel filone di pensiero che ha portato, infine, alla separazione fra spirito e materia e al dualismo caratteristico della filosofia occidentale.
L'idea generale che emerge dall'Induismo, è invece quella di un cosmo organico che cresce in modo ritmico; un universo nel quale tutto è fluido e in costante cambiamento e ogni forma statica è maya, ovvero esiste solo come concetto illusorio. 
Quest'idea dell'impermanenza di tutte le forme è il principio base del Buddhismo.


Fritjof Capra  in The tao of physics (1975) trad. E.V.