Tutte le leggi di natura sono leggi di Dio. Essendo Dio infinito, non ci possono essere né la natura né le sue leggi al di fuori di tale infinitudine. Poiché Dio è bontà, tutto ciò che è in Dio è anch'esso bontà. Pertanto, ogni azione umana è bontà e niente può essere male. La bontà è in tutto ciò che esiste, è l'immagine stessa della vita. Il male è lo sbiadimento di tale meravigliosa immagine, ma, appartenendo alla stessa immagine, anche il male è necessariamente bontà.
Asaph Bemis Child, da Whatever is, is right, 1882, trad. E.V
Nota: questo brano pone una delle questioni fondamentali della non−dualità: se si attribuiscono qualità all'ente unico assoluto (che Child indica comunque nel Dio cristiano), e tale ente è tutto ciò che esiste, qualunque aspetto particolare di tale infinitudine non potrà che avere le qualità dell'ente stesso. Il male, pertanto, è qui definito come una forma ″sbiadita″ della bontà, che è a sua volta la qualità che permea e contraddistingue la meravigliosa immagine dell'esistenza, sola manifestazione dell'Uno−Dio.
Nella prefazione al libro Child ribadisce: ″Questo libro riconosce ogni credo, religione e dottrina, ogni azione, buona o ″cattiva″ come l'effetto diretto di una legge che risiede nello spirito invisibile, la cui motivazione è oltre il potere della volontà umana″.