Accettare razionalmente l'esperienza di unità

Credo che sia il destino dell'Occidente continuare a mettere in contatto questi due atteggiamenti fondamentali, da un lato quello critico-razionale che cerca di comprendere, dall'altro quello mistico-irrazionale che cerca l'esperienza redentrice dell'unità con il tutto. Entrambi gli atteggiamenti risiederanno sempre nell'animo umano e ciascuno dei due porterà l'altro dentro di sé come germe del proprio opposto. In tal modo, ha luogo una sorta di processo dialettico, del cui effetto non siamo totalmente consapevoli, che in quanto occidentali dobbiamo vivere riconoscendo i due opposti come complementari. Non possiamo sacrificare e non scarificheremo completamente la coscienza dell'ego che osserva l'universo, ma possiamo anche accettare razionalmente l'esperienza di unità come un caso limite o un'estrema concezione ideale. Nel consentire alla tensione degli opposti di rimanere, dobbiamo anche riconoscere che in ogni cammino di conoscenza o di salvezza siamo comunque dipendenti da fattori al di fuori del nostro controllo che il linguaggio religioso ha sempre definito come Grazia.

Wolfgang Pauli (fisico austriaco) in Writings on physics and philosophy (1994) trad. E.V.