Sul concetto di coscienza

Il concetto di coscienza richiede una separazione fra soggetto e oggetto, l'esistenza del quale è una necessità logica, mentre la linea di demarcazione fra i due è in un certo qual modo arbitraria. Non riconoscere questo stato delle cose da luogo a due diversi tipi di estrapolazioni metafisiche, che possono essere a loro volta descritte come mutualmente complementari. Uno è quello dell'oggetto materiale, o più genericamente fisico, la cui natura si suppone essere indipendente dal modo in cui è osservato.  La moderna fisica, costretta dai fatti, ha abbandonato questa astrazione, ritenendola troppo restrittiva. L'astrazione complementare è quella della metafisica induista, con il suo soggetto nell'atto del puro apprendimento senza alcun oggetto cui fare riferimento.
Personalmente non ho alcun dubbio che anche questa idea deve essere riconosciuta come un'insostenibile estrapolazione. La mente occidentale non può accettare l'idea di una coscienza cosmica sovra-personale che non abbia un corrispondente oggetto, e deve pertanto mantenere l'approccio della complementarietà fra le due idee. 

Wolfgang Pauli (fisico austriaco) in Writings on physics and philosophy (1994) trad. E.V.