La ricerca della verità

La via della conoscenza è normalmente considerata quella propria del filosofo, ma la sophìa (da cui discende il termine filosofia) non è semplice conoscenza, che appartiene ai sapienti, bensì include la capacità di ricercare e cogliere il senso delle cose, e, prima ancora, la loro vera natura o essenza.
Il satsang (dal sanscrito sat = verità e sanga = compagnia) che definisce un gruppo di persone che hanno il comune obiettivo del raggiungimento della verità tramite il confronto, lo studio e la meditazione, è considerato nell'Advaita una pratica spirituale a tutti gli effetti″In compagnia della verità″ può anche essere interpretato come ″in compagnia del maestro″, come spesso si legge, ma la verità può anche ″germogliare dal basso″ e non deve necessariamente ″calare dall'alto″. I primi filosofi sono partiti proprio dall'osservazione della natura, ossia del micro−cosmo, per indagare le leggi fondamentali dell'esistenza e riportarle, con il pantografo dell'intelletto, sul macro−cosmo. E' un implicito riconoscimento della medesima essenza di tutto ciò che esiste, compreso il filosofo stesso, al di là della diversità della forma. 
Nella ricerca della verità, è importante però puntare alla cima della piramide dei livelli di indagine, oltre le leggi della manifestazione, ovvero a quei principi che non sono a loro volta riducibili ad altri principi, e descrivono l'unitarietà della realtà, sia nella sua essenza, sia nella sua manifestazione. 
Un principio è realmente universale, infatti, quando include ogni altro principio, ovvero quando, nelle parole di Cusano, definisce ad un tempo se stesso ed ogni altra cosa, come lo è, appunto, affermare che ″la natura della realtà è unitaria″.