La struttura linguistica aristotelica ha perpetuato ciò che ho chiamato "elementalismo", ovvero la divisione in più termini di qualcosa che non può altrimenti essere diviso empiricamente, come, ad esempio i termini corpo e mente, ma anche spazio e tempo.
Nel 1908 il grande matematico Minkowski affermò: "La nuova visione dello spazio e del tempo è radicale e i singoli concetti di spazio e di tempo sono destinati a scomparire perché solo la loro unione permetterà di conservare una realtà indipendente".
Tale unione di ciò che era considerato come due entità distinte e separate, ha dovuto essere accompagnata da un cambiamento nella struttura del linguaggio. Nella sua formulazione il nuovo modello a quattro dimensioni di Minkowski comprende infatti lo spazio-tempo, nel quale i termini spazio e tempo sono uniti da un trattino.
La vecchia struttura del linguaggio ha creato per noi un mondo fittizio, antropomorfico e animistico, non molto diverso da quello delle popolazioni primitive. La scienza moderna richiede invece una struttura linguistica non-elementale, che non divide artificialmente ciò che non può essere diviso empiricamente. Altrimenti, saremo limitati da blocchi neuro-valutativi, da mancanza di creatività, mancanza di comprensione e di ampie prospettive e colpiti da contraddizioni e paradossi.
Commento dell'autore del blog: anche la visione unitaria o di non−dualità beneficerebbe di un linguaggio nuovo più coerente con i suoi principi per poter meglio essere acquisita come filtro cognitivo di ogni esperienza.