Ciò che caratterizza Cusano e Bruno è il passaggio dai problemi interiori dell'uomo al tutto, la speranza di trovare in questo una vita più ampia è più vera, l'esortazione a spogliarsi dell'angusta particolarità umana per immedesimarsi con la realtà infinita. Il tutto ha però un così alto valore solo come espressione dell'essere divino; la dedizione al tutto ha quindi uno sfondo religioso e da questo riceve una specie di ardore spirituale. Con il Neoplatonismo e con la Mistica ogni essere delle cose è posto in Dio, l'essere assoluto. Ma questo pensiero è volto ora verso un indirizzo nuovo ed opposto. Un'età sfiduciata aveva dall'unità del mondo in Dio tratto l'impulso a risalire rapidamente all'origine ultima e ritrarsi dalla varia molteplicità apparente nel seno dell'Unità eterna: una generazione nuova, in cui rapida pulsa la vita, vede in essa l'esortazione ad avvicinarsi al mondo, a gioire con tutto il cuore della sua ricchezza, poiché in tutto abita il divino e da tutte le parti scintilla a noi dalle cose. La presenza di Dio vale ora come una sorgente di maggiore unità ed armonia del mondo, di una più profonda vita interiore delle cose.