Se definiamo il mistico come colui che ricerca l'esperienza dell'assoluto, possiamo notare come nella mistica teistica vi sia una contrapposizione fra l'individuo e la divinità che non sono mai completamente ricondotti all'unità, anche nell'esperienza mistica stessa, che rimane, appunto, l'esperienza del mistico. Nelle forme di mistica non teistica, invece, le polarità opposte sono considerate come complementari e pertanto, le due facce della stessa medaglia, dunque una cosa sola, che si manifesta attraverso un'intrinseca differenziazione, mai sostanziale.