Dobbiamo accettare il fatto che la specifica dimensione della nostra esistenza (quella che noi chiamiamo la "nostra" vita) non ci permette di affrancarci dal punto di osservazione relativo della realtà e della nostra esperienza. Sia l'esperienza di totale identificazione nel sé separato (quella più comune), sia quella più rara di chi arriva a riconoscersi e sentirsi parte inscindibile del sé universale, sono in entrambi i casi esperienze vissute comunque come appartenenti al sé individuale e in tale prospettiva interpretate.
Dal punto di vista della visione unitaria qualunque esperienza sarà invece sempre soltanto una delle infinite e contemporanee manifestazioni del sé universale, che è e resta il soggetto ultimo di qualunque espressione della realtà.
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