Dal Monologion di Anselmo d'Aosta

XXVIII QUESTO SPIRITO È ASSOLUTAMENTE, E LE COSE CREATE, PARAGONATE A LUI, NON SONO.

Segue da ciò che abbiamo detto che questo spirito, che esiste così in un suo modo mirabilmente singolare e singolarmente mirabile, in certo senso è il solo essere, e le altre cose che sembrano esistere, paragonate a lui, non sono. 


Se infatti si bada bene, si vedrà che esso solo è assolutamente, perfettamente e pienamente, mentre tutte le altre cose quasi non sono e a mala pena si può dire che siano. Poiché infatti quello spirito, per la sua immutabile eternità, in nessun modo si può dire che fu o sarà, per qualche suo mutamento, ma semplicemente è - né diventa qualcosa che non sia stato o non sia più, né smette di essere ciò che fu o sarà, ma è quel che è una volta per tutte e simultaneamente e interminabilmente- poiché dunque tale è il suo essere, a buon diritto si dice che è semplicemente e assolutamente e perfettamente. Poiché invece tutte le altre cose, mutando, o furono talora o saranno in certi loro aspetti ciò che ora non sono, o sono ciò che talora non furono o non saranno- e poiché ciò che sono state non è più, e ciò che saranno non è ancora, e ciò che sono, in un presente labile e brevissimo e a mala pena esistente, a mala pena può dirsi essere - poiché dunque esistono in modo così mutevole, non a torto si nega che possano dirsi semplicemente e perfettamente e assolutamente essere, e si afferma che in certo senso non sono e a mala pena sono essere. Inoltre, tutte le cose diverse da lui non sono venute dal non essere all'essere per forza propria, ma in virtù di un altro, e poiché, se non sono sostenute da un altro e son lasciate a sé, tornano al non essere, come si può dire che competa loro l'essere assolutamente, perfettamente, e in senso pieno, e non piuttosto l'essere a malapena e quasi il non essere? 
E poiché solo l'essere di quello spirito ineffabile non può essere concepito come iniziato dal non essere o tale da declinare dall'essere al non essere non se ne deve forse concludere che solo il suo essere può concepirsi semplice, perfetto e assoluto? E in certo modo si può dire a buon diritto che ciò che, solo, è totalmente perfetto, semplice e assoluto è il solo essere. Al contrario, ciò che, per le considerazioni fatte sopra, risulta non essere assolutamente, in senso pieno e perfettamente, ma essere appena e quasi non essere, in certo modo si dice giustamente non essere. In questo senso, dunque, è solo lo spirito creatore, e non sono le creature; tuttavia non sono del tutto prive di essere, perché sono state fatte essere dal nulla, in virtù di colui che, solo, è assolutamente.

Anselmo d'Aosta nel Monologion (1076)