Togliere il velo alla Manifestazione

Il velo può alleg­gerirsi in una trasparenza crescente, essendo instaurato affinché, per suo tramite, il contemplativo realizzi la conoscenza dell’esse­re quale egli è, cioè la conoscenza che libera, perché è gnosi salvi­fica. Questo accade quando lo gnostico comprende che le molte­plici forme che si succedono nella loro mobilità e nelle loro ini­ziative appaiono distaccate dall’Unico solo perché velate da un ve­lo senza trasparenza. Se si realizza questa trasparenza, egli saprà che cosa esse sono e perché sono; saprà perché vi è unione e di­scriminazione tra il Nascosto e il Manifesto, perché vi è il Signo­re e il suo vassallo, l’Adorato e l’Adorante, l’Amato e l’Amante; perché ogni affermazione unilaterale di una unità che le confon­de, o di una discriminazione che oppone le loro due esistenze co­me se non fossero della stessa essenza, tradisce l’intenzione divi­na, e con questa la Tristezza che in ciascun essere aspira a rilas­sarsi attraverso la manifestazione del Suo segreto.


Henry Corbin (filosofo e iranista francese) in L’immaginazione creatrice - Le radici del sufismo (1958 ed. ita. 2005)